Una cella, quattro uomini, dieci giorni, una moltitudine di storie: un dottore, un barbiere, uno studente e un vecchio rivoluzionario sono incarcerati in una stanza angusta e gelata nei sotterranei di Istanbul. Fra gli interrogatori, le torture, il tempo sospeso e l'immobilità forzata cui sono inchiodati, scoprono l'incanto e il potere della parola come unica via di fuga possibile. I protagonisti di questo libro, come nel Decamerone, trascorrono il tempo della loro segregazione raccontandosi storie ed è cosíche, in una narrazione corale, svelano il filo che li lega e il motivo per cui si trovano imprigionati: nella Istanbul sopra la cella, quella che vive e brulica tra bellezza e orrore, qualcosa sta per accadere, un cambiamento, una rivoluzione… Ed è la città, con tutti i suoi contrasti, le sue contraddizioni e le infinite realtà che la compongono, la vera protagonista del libro: la Istanbul “di sopra" insieme alla Istanbul sotterranea, quella della speranza e della luce mescolata – fin dal titolo – alla sua gemella, quella dell'ombra, dell'arroganza degli uomini, della brutalità del potere.
Burhan Sönmez è nato ad Ankara nel 1965, dov'è cresciuto parlando turco e curdo. Avvocato specializzato in diritti umani, espatriato per motivi politici in Gran Bretagna, dove ha vissuto per circa dieci anni, oggi vive a Istanbul. I suoi romanzi sono tradotti in piú di trenta lingue. Docente all'Università metu di Ankara ed editore, è membro di pen International e vincitore dell'ebrd (European Bank for Reconstruction and Development) Literature Prize per il suo romanzo Istanbul Istanbul, pubblicato da nottetempo nel 2016.