Nei suoi primi mesi a Napoli aveva gironzolato come un animale randagio, catapultandosi sulle principali attrazioni turistiche. Ciononostante, durante l’estate trascorsa tra Capri e Ischia, si era riproposto di utilizzare l’autunno per penetrare, seppur gradualmente, nel corpo vivo della città, scoprendone ogni angolo, visitandone ogni chiesa, anche quelle dimesse e dimenticate, anche quelle chiuse e di cui – era certo – avrebbe trovato le chiavi e i custodi segreti. Aveva insomma deciso di adottare Napoli. «Peccato» si ammonì divertito «che Napoli non lo sappia ancora».